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VIAGGIO IN EGITTO: \”Colori & calori\”

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20/21 Aprile:

Eccoci, finalmente in Egitto! Accolti al nostro arrivo al Cairo dagli amici della comunità locale, dopo una meravigliosa cena presso il focolare femminile, il mattino seguente partiamo in convoglio per il sud, tre ore e mezza di viaggio attraverso il deserto. Ad aspettarci a El Minya (7 milioni di abitanti) il vescovo copto cattolico Kamal Fahmy: una persona splendida che ci accompagnerà per tutta questa prima tappa. Al pomeriggio portiamo la nostra testimonianza ad Abu Kurcas; nella chiesa locale di questo villaggio rurale ci aspettano alcune centinaia di persone, in gran parte bambini e giovani. Nei loro occhi brillanti e nei loro sorrisi, tutta la gioia di questo incontro, ad un tempo semplice e profondissimo. Al termine c\’è anche il tempo per un\’intervista a quattro voci per il canale TV libanese Sat7. Dopo la cena in vescovado una bella dormita: domani si prosegue, ancora verso sud: destinazione Asyut.

 

22 Aprile:

Abbiamo raggiunto la vasta diocesi di Asyut (un\’altra metropoli da 7 milioni di persone). Ieri, dopo il pranzo in arcivescovado, abbiamo raggiunto il nostro albergo, posto a ridosso dell\’altura dove c\’è un grandissimo monastero dove la leggenda vuole che la Sacra Famiglia abbia fatto tappa durante la fuga in Egitto. Ieri, accolti e poi accompagnati da una nutrita scorta di militari armati, abbiamo parlato in una piccola parrocchia del villaggio di Kom Abu Hagar: c\’era gran parte dei cristiani del paese: gente semplice come la loro fede; tanti giovani e bambini, smaniosi di farsi dei selfie con noi, in particolare con Ruggero… Al termine abbiamo cenato col vescovo Kirillos William e alcuni sacerdoti e parrocchiani: all\’aperto, sul tetto della chiesa, dopo una danza folkloristica che ci è stata offerta dai ragazzini del paese. Stamane, mentre Maria Teresa e Ruggero riposavano dopo una notte agitata da un vento fortissimo, Chicca e Franz e i nostri \”angeli custodi\” di questi giorni hanno visitato il monastero di Der Drako (un luogo dove a fine agosto si recano in pellegrinaggio oltre 2 milioni di persone). Dopo pranzo, un altro viaggio per raggiungere un altro villaggio contadino chiamato Kom Buha, per portare anche lì la storia di Chiara: sperando come sempre che sia soprattutto lei a \”parlare\”. La scorta militare intanto continua ad accompagnarci passo passo, e così continuerà a fare finché lasceremo la zona: è gente simpatica e molto scrupolosa…

 

23 Aprile:

Verso le 18:30 arriviamo alla parrocchia di Kom Buha sempre vicino ad Asyut: una chiesa nuova di zecca attesa per quasi 40 anni. C\’è il vescovo Kirill ad accoglierci e a celebrare la messa con rito copto cattolico. La chiesa è piena di gente di tutte le età: dagli anziani del paese ai bambini più piccoli. Dopo la nostra testimonianza il parroco Macarios ha organizzato una cena frugale con i giovani del posto. Ripartiamo verso il nostro albergo regolarmente scortati dai militari (una presenza famigliare ormai): un altro viaggio di un\’ora e mezza attraverso questa lussureggiante campagna nutrita dal grande Nilo. Col cuore pieno di gioia per le tante persone incontrate anche oggi. Alcune focolarine ci salutano: viaggeranno tutta la notte per poter essere domattina nella capitale. Per noi invece il viaggio proseguirà ancora verso sud, destinazione Sohag.

24 Aprile:

Arrivati a Sohag, ci portano a visitare uno dei luoghi più significativi della chiesa ortodossa: il monastero del Martiri di Akhmim, dove nel IV secolo i legionari di Diocleziano sterminarono 8140 cristiani fra la notte di Natale e il giorno di Santo Stefano dell\’anno 304; si racconta che alla fine del massacro il sangue dei martiri arrivasse alle ginocchia dei soldati romani.

25 Aprile:

È festa anche qui. Stamattina, dopo la messa presieduta dal vescovo copto cattolico Yussef Abu El kheir, in vescovado a Sohag, è stato organizzato un incontro-testimonianza con molte persone del posto alle quali si aggiungono tanti giovani giunti da Assuan, un viaggio di 7 ore da questa città quasi al confine col Sudan. Prima della nostra testimonianza danza folcloristica e canti, poi un video-clip mostra un bel collage delle tante iniziative che Chiara Luce ha suscitato in tutto il sud dell\’Egitto. Nel pomeriggio sul nostro pulmino salgono alcuni Gen: si va a visitare un altro importante monastero ortodosso, quello di Abba Shenouda.

Durante il viaggio alcuni di loro raccontano le meraviglie che Chiara ha operato nei loro cuori…

E il loro desiderio di vivere come lei, continuando ad essere un dono come lei è stata per tanti. \”Da lei ho imparato – dice una Gen- che se mi metto ad amare, mi dimentico dei miei dolori\”.

In serata siamo ospiti della famiglia Ishak: una splendida occasione non solo per continuare a raccontare di Chiara, ma anche per vivere per qualche ora nella semplice, calorosa quotidianità di una famiglia del sud egiziano.

 

26 Aprile:

Dopo un ultimo saluto al vescovo Yussef, un viaggio di sette ore attraverso il deserto e le sue infinite, fantastiche nuances di colori: torniamo verso nord e raggiungiamo Il Cairo, in trepida attesa del Papa che arriverà tra due giorni. In serata cena con la comunità locale sul tetto del focolare maschile. La stanchezza comincia a farsi sentire, ma la gioia di questi giorni la copre abbondantemente…

27 aprile:

Dopo una mattinata da turisti, nel pomeriggio c\’è l\’incontro con un bel gruppo di persone (giovani e famiglie soprattutto). Il meeting, tutto dedicato a Chiara Luce, si svolge presso la grande Basilica (la cattedrale latina) del Cairo.

La chiesa è piena. Viene proiettato un breve estratto di un video di Chiara Luce, poi, dopo la versione arabo-italiana della canzone \”Corri Corri\”, inizia la nostra testimonianza, accolta con un\’attenzione e una partecipazione davvero speciale. Al termine, il vescovo cattolico latino esprime la sua toccante gratitudine; molti ci porgono dei biglietti di richieste di grazie da portare sulla tomba di Chiara. Ci si saluta a lungo con tanti: con molti però è solo un arrivederci a domani mattina, per l\’incontro dei giovani di preparazione all\’arrivo di Papa Francesco.

 

 

Alcune testimonianze, tra le tante della serata.

Philip: \”Mi sono reso conto dell\’importanza di Chiara Luce: la sua esperienza dà concretezza alla vita del Movimento\”.

Khaled: \”La sua è un\’esperienza viva\”.

Marise: \”Vogliamo provare a vivere come lei\”.

Joe: \”Conosco da poco il movimento e scoprire Chiara è stata una tappa fondamentale per approfondirne la spiritualità. Mi piace questa ricerca di una santità collettiva\”.

Atef: \”Mi ha aiutato molto, anche nella mia vita con mia moglie\”.

Rina: \”Tempo fa ho dovuto fare un\’operazione complicata… ho appeso la foto di Chiara nella mia stanzetta e il suo esempio mi ha aiutato molto: con lei mi ripetevo, se lo vuoi tu Gesù, lo voglio anch\’io\”.

28 aprile:

Il Papa sta per arrivare in Egitto. E noi raggiungiamo New Cairo dove sono riuniti tantissimi di giovani che da ieri si stanno preparando all\’arrivo di Papa Francesco. Ad accoglierci il patriarca copto cattolico Ibrahim Ishak… La nostra testimonianza, preceduta da un breve video è a mezzogiorno.

Sono circa 1500 e arrivano da gran parte dell\’Egitto. Per molti è la prima volta che sentono parlare di Chiara. Sono emozionati, commossi, pieni di entusiasmo.

…E commossi lo siamo anche noi, a verificare come, anche questa volta, abbia saputo \”parlare\” al cuore dei presenti, a prescindere dalle nostre povere e inadeguate parole.

Nel frattempo il Papa è arrivato: non avremo occasione di incontrarlo, ma siamo felici che in qualche modo Chiara Luce in questi giorni abbia voluto preparargli la strada.

Sentiamo di tornare più ricchi di quando siamo partiti. Questi 1700 kilometri percorsi attraverso questa terra splendida e complessa, ci hanno riempito gli occhi e il cuore di meraviglia: volti, sguardi, storie, accadimenti, persone e nuovi amici che resteranno per sempre nei nostri cuori, e anche – lo speriamo davvero – in quello di Chiara. Siamo felici di averla portata per la prima volta nella \”sua\” Africa, ma ripartiamo anche col desiderio di portare un po\’ di questo travagliato Medio Oriente in un\’Europa che lo immagina ancora troppo spesso attraverso cliché e paure molto lontane dal reale.

 

29 aprile:

E siamo ripartiti per l\’Italia! Ci è sembrato davvero un viaggio accompagnati da Chiara ricordandoci di ciò che ci aveva detto prima di partire per il cielo: \”Poi noi andremo insieme in Africa\” e Ruggero: \”Io non posso soffro di vertigini\” e Chiara: \”Io ti terrò per mano\” ed ora ci sembra di poter dire che è stato proprio così!

 

 

 

 

 

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